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TI VEDO SCRITTA SU TUTTI I MURI OGNI CANZONE MI PARLA DI TE E QUESTA NOTTE QUESTA CITTA’ MI SEMBRA BRUTTISSIMA

Ho una notizia bomba per tutti: mi sono innamorato. Più o meno quindici anni fa.
E’ stato bellissimo. Io la guardavo negli occhi e le dicevo che non l’avrei mai lasciata; lei mi guardava negli occhi e mi diceva che non mi avrebbe mai lasciato, se non per uno più figo di me. Lei mi scriveva lettere d’amore e io le mostravo con orgoglio al mio compagno di banco; io le scrivevo lettere d’amore e lei mi correggeva gli errori ortografici.
Eravamo una coppia perfetta e la nostra storia è stata importante per entrambi, ci ha insegnato molto. Lei ha imparato che c’è sempre un ragazzo più figo del tuo, io a scrivere correttamente in italiano.
Insieme abbiamo coronato il nostro sogno d’amore per due lunghissime settimane dense d’avvenimenti e di gesti sconsiderati: come due veri amanti folli. Lei per esempio una volta mi comprò un biglietto del tram; io per esempio una volta le scrissi su un muro una frase d’amore spontanea che mi uscì dal cuore.
– Piccolina sei unica – La bomboletta spray era di colore rosso.
Me n’ero andato soddisfatto ed ero salito sul tram col biglietto che mi aveva regalato e la distinta sensazione di essere un eroe del cuore.
Non durò a lungo: lungo la strada di ritorno verso casa fui costretto a costatare che nei muri della città c’era stata una vera e propria epidemia di piccoline uniche. Una diffusione che di certo non giovava al concetto d’irripetibilità che col mio messaggio avevo voluto comunicare all’amata.
Sentii insomma che i conti gnoseologici non tornavano, ma dovetti aspettare l’indomani per capire di cosa si trattava.
Piccolina sei unica mi accolse sportivamente baciandomi il compagno di banco durante la ricreazione. Si erano nascosti nel bagno dei maschi, e col senno di poi ammetto che fu un’ottima scelta.
Non c’è luogo migliore per sapere la verità che una latrina lurida: con la sua schiettezza ribadisce il concetto che nella vita non esiste nulla di veramente poetico. O meglio, che la poesia ha sempre a che fare con le zozzure umane.
L’amore per esempio è un impiegato a tempo pieno dell’ignoranza. Una rivelazione che a quanto pare non sono in molti ad aver capito, a giudicare dalla quantità di sentimento per muro quadrato che ci sta in giro.
Non esiste infatti topografia urbana che sfugge a questa letteratura sbilenca, tra tutte quelle amorose di certo la più fastidiosa. Facile capire perché: meno s’estingue quanto più non si affanna a sperimentare; meno sperimenta più diventa comoda da usare.
Parente della canzone d’amore, trae da essa la sua ispirazione, copiandola passo passo. Ed è così che ci ritroviamo circondati di mediocrità sui muri: giacché siamo ancor prima circondati di Jovanotti alla radio.
Due flagelli al prezzo di uno.
Come risolvere l’annosa questione? Basterebbe rendere illegale l’amore e i suoi derivati. Il nostro partimonio architettonico come pure le pareti più squallide della nostra città, ne acquisterebbero in salute e tutti noi saremmo dei figli di Dio più interessanti.
Che il nostro Lorenzo Cherubini in una delle sue più celebri emorraggie di parole vane, non la pensi così (ti vedo scritta su tutti i muri/ogni canzone mi parla di te/e questa notte questa città mi sembra bellissima) mi pare un motivo ancora più valido per portare avanti questo progetto.

E' questo lo spirito giusto.

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